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COLLAUDO AD ARIA TUBAZIONE CPL

Le tecnologie CPL (Concrete Protective Liner) caratterizzate dalla protezione interna del calcestruzzo con un liner HDPE, sono ormai da anni utilizzate con successo in importanti progetti realizzati nei mercati più avanzati in termini di protezione ambientale, come Nord Europa, Stati Uniti ed Asia. In questi ultimi anni finalmente anche in Italia le tubazioni CPL hanno cominciato ad essere inserite nei Capitolati d'Appalto a seguito dell'accettazione di molti Professionisti ed Enti che hanno valutato fondamentale l'importanza del rivestimento interno delle tubazioni in c.a. e soprattutto ne hanno capito la validità in termini di durabilità nel tempo e di protezione dell'ambiente. A conferma della validità delle nostre soluzioni, oggi possiamo comunicare che, per la prima volta in Italia, una condotta fognaria posata con tubazioni CPL di produzione COPREM è stata collaudata ad aria secondo la Norma UNI EN 1610:1999 metodo LC, dimostrando così la perfetta tenuta del sistema.

 
La condotta fognaria, della lunghezza circa 500 m, è stata posata in comune di Busnago ( provincia di Milano e 6000 abitanti) con l'esigenza di una impermeabilità assoluta in quanto la zona è ricca di pozzi di acqua potabile. Il progetto prevedeva in origine una doppia tubazione incamiciata per permettere la visione di eventuali perdite: gli organi competenti (ASL) volevano una maggiore sicurezza e quindi i progettisti hanno scelto la soluzione Coprem, che presentava anche vantaggi dal punto di vista economico: la nostra tubazione DN 1000 con rivestimento in liner polietilenico saldato sul giunto (CPL) dava le garanzie richieste dal committente, anche a seguito del collaudo ad aria secondo la Norma UNI, che non abbiamo avuto difficoltà a superare. La suddetta condotta DN 1000 è stata posata secondo gli standard previsti dal progetto, con saldatura del giunto eseguita da nostro personale secondo DVS 2212, part.2 e UNI EN 13067 e la prova effettuata da M.P.M. Ambiente s.r.l. (vedi il verbale di collaudo del febbraio 2009) ha dato esito positivo con grande soddisfazione da parte dell'impresa, della Direzione dei Lavori e dell' Ente. Nelle strutture in cemento armato per il trasporto di acqua come le condotte forzate in galleria oppure le tubazioni in c.a. per il trasporto di acque reflue, uno dei requisiti essenziali è la protezione della superficie di contatto che i liquidi hanno con il materiale che li contiene; la protezione è necessaria ed essenziale per garantire la perfetta impermeabilità della superficie interna, per garantire ottime caratteristiche di flusso ed un'alta resistenza agli agenti chimici. Le precedenti esperienze hanno evidenziato come un calcestruzzo non protetto (o protetto con vernici epossidiche ecc.) non fosse in grado di garantire una durabilità nel tempo pari alle richieste che venivano poste da Enti e Progettisti in fase di stesura del progetto. In qualità di prefabbricatori di manufatti in c.a., abbiamo cercato di portare i nostri prodotti a livelli qualitativi di eccellenza, disponendo anche di un impianto per la produzione del calcestruzzo di ultima generazione, che ci permette di dosare analiticamente la ricetta di cui è composto il manufatto stesso. Ci siamo resi conto anche che le qualità insite del c.a. non erano sufficienti a garantire gli attacchi dovuti alla qualità del refluo da trasportare (le analisi chimiche delle acque di scarico ormai contengono non solo agenti biologici ma ogni genere di agente aggressivo). Il mercato cominciava inoltre a richiedere anche pressioni sicuramente più alte di quello che la Normativa Italiana prevede (0,5 bar per condotte a pelo libero). Ci siamo quindi impegnati nella ricerca di un materiale che ci garantisse sia dall'aggressività del refluo e che allo stesso tempo potesse permettere alle nostre tubazioni di raggiungere pressioni di esercizio più elevate. Una lastra in materiale plastico era la soluzione alle nuove impegnative richieste del mercato, ma allo stesso tempo sapevamo perfettamente che il “grip” tra quest'ultima ed il c.a. poteva risultare problematico; la soluzione ci è arrivata da un'applicazione in uso su rivestimenti di gallerie di grandi dimensioni dove, appunto, il calcestruzzo era protetto da un Liner polietilenico (HDPE) con un “bonding” sulla lastra che permetteva un aggrappaggio perfetto dei due materiali anche sotto sollecitazione.
 
 
Il calcestruzzo ingloba letteralmente all'interno del getto, durante la fase di lavorazione, il liner (in questo caso dello spessore di 3 mm), con una perfetta “presa” con la materia plastica, grazie alle sofisticate operazioni di assemblaggio messe a punto dai nostri tecnici: in questo modo non possono verificarsi infiltrazioni ne positive ne negative nel corpo tubo, in quanto assolutamente impermeabile. Nel caso di sbalzi di temperatura l'elevato coefficiente di dilatazione del rivestimento in HDPE, nei confronti del calcestruzzo, nonché il valore richiesto di adesione tra liner e parete strutturale, hanno determinato la forma geometrica del sistema di ancoraggio ottimizzato con una T rovesciata su tutta la lunghezza per favorire la perfetta adesione al calcestruzzo e la perfetta planarità della superficie interna, per un sempre ottimale controllo del flusso del liquido. In termini di marketing possiamo così definire i nostri prodotti CPL , indifferentemente “ tubo in c.a. rivestito internamente con polietilene” oppure “tubo in polietilene con rivestimento esterno in calcestruzzo armato”. Come si vede dalla foto la superficie interna del tubo CPL risulta essere assolutamente liscia e priva di imperfezioni che permettono di trattare la tubazione in c.a. con un coefficiente di scabrezza che con la formula di Manning-Strickler passa da 70 a 90.

 
 
Normalmente nei progetti i professionisti danno dei vincoli di resistenza allo schiacciamento delle tubazioni ai quali i prefabbricatori devono attenersi. Tutto ciò è regolato da Normative ben precise che prevedono nei tubi di calcestruzzo armati resistenze sia alla fessurazione che alla rottura (nel caso di tubi non armati esse praticamente corrispondono). Nella nostra tubazione CPL, la fessurazione non deve essere calcolata in quanto il liner interno permette allungamenti del 500% e quindi anche in caso di “crash” viene garantita comunque una superficie di passaggio dei reflui. Questo permette di collocare la tubazione CPL anche in zone sismiche con l'accortezza di usare il nostro sistema garantito sul giunto che consiste in una fascia di materiale polietilenico spessore 3 mm saldata a cavallo del giunto stesso così da ottenere una perfetta linearità della condotta; questa lavorazione viene eseguita in opera da nostro personale specializzato munito di patentino rilasciato dall'IIS di Genova per saldature eseguite secondo DVS 2212, part.2 e UNI EN 13067. Grazie al suo bassissimo coefficiente di permeabilità una perdita è impossibile; 3 mm di Liner in Polietilene rappresentano un livello di permeabilità equivalente a 600 mm di spessore di parete di calcestruzzo armato. La tubazione CPL resiste all'attacco chimico di soluzioni saline, acide ed alcaline nonché a solventi quali alcool, esteri e chetoni, resiste in ambienti da ph 2 a ph 12 sopportando senza alcun effetto le eventuali evaporazioni di solfati e solfuri. A completamento di tutte la qualità sinora enunciate, per le caratteristiche intrinseche del ricoprimento in HDPE, la tubazione COPREM posata nel comune di Busnago, ha un ciclo di vita almeno tre volte superiore a quello previsto per i prodotti tradizionali in c.a., con tutti i vantaggi in termini di costi di gestione e manutenzione.

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